L' "APEIRON"
"Tutti considerano l'infinito come principio [...] Tutto, infatti, o è un principio o deriva da un principio: ma dell'infinito non vi è principio, perchè altrimenti avrebbe un limite. Ed è anche ingenerato e incorruttibile, allo stesso modo di un principio, poichè ciò che è generato ha necessariamente anche una fine, ed ogni corruzione ha il suo termine [...] Esso sembra essere il principio di ogni altra cosa e comprendere in sè tutte le cose e a tutte le cose essere guida [...] Tale principio sembra essere il divino; ed è infatti immortale e imperituro"
Con queste parole Aristotele, nella sua opera Physis (libro
III, 4, 203 b 4-15), fa riferimento alla teoria dell'apeiron introdotta
dal filosofo greco Anassimandro di Mileto (VII-VI sec. a.C.). Il termine
a-peiron letteralmente significa "privo di limiti", e Anassimandro
lo introdusse nell'ambito della problematica del principio primo di tutte
le cose. Questo principio infatti per il filosofo è l'infinito,
ciò da cui gli esseri traggono la loro origine e dove si compie
necessariamente anche la loro dissoluzione; questo principio è
in-finito e in-definito, ma allo stesso tempo "abbraccia e circonda,
governa e regge tutto" poichè, pur essendo illimitato, si
de-limita e come delimitazione e determinazione di esso tutte le cose
si generano da esso, consistono e sono in esso. Inoltre Anassimandro si
pone la domanda riguardo al come e il perchè dal principio derivano
tutte le cose, e perchè tutte si corrompono: la risposta è
che la causa dell'origine delle cose è una specie di "ingiustizia",
mentre la causa della corruzione e distruzione è una sorta di "espiazione"
di tale ingiustizia. Infinito è il principio, infiniti sono i mondi:
questo nostro mondo è solo uno degli innumerevoli mondi simili
che l'hanno preceduto e che lo seguiranno, inoltre coesiste con una serie
infinita di altri mondi che si formano e si distruggono in maniera analoga.
L'apeiron è quindi il tutto da cui nasce il tutto, il nulla a cui
il tutto è destinato a divenire...
"Principio
degli esseri è l'infinito:
da dove infatti gli esseri hanno l'origine,
ivi hanno anche la distruzione
secondo necessità;
poiché essi pagano l'uno all'altro la pena
e l'espiazione dell'ingiustizia
secondo l'ordine del tempo"
Anassimandro di Mileto